Tutto diventerà possibile

Brutta botta per Renzi

Sulla devastante performance del partito democratico sarebbe lecito pensare che a Napoli ci si sia schiantati dopo una lotta fra fazioni, a Roma, perché si è stati trascinati in mafia capitale, e a Torino, semplicemente, perché non ci si è saputi rinnovare. Sotto questo profilo, il presidente del Consiglio può essere convinto che la sconfitta non coinvolga direttamente il governo e dipenda da fattori locali, in parte avrebbe anche ragione. Certo che i risultati eccezionali del governo non hanno compensato l’onda di sfiducia abbattutasi sul suo partito ed i suoi candidati. Del resto, anche Il successo del movimento 5 stelle dipende da contingenze locali, a Napoli ed a Milano non sono pervenuti, ma già va oltre alle semplici aspettative nazionali. Nigel Farage, il leader dell’Ukip, una settimana prima dei ballottaggi ha detto che Virginia Raggi avrebbe vinto a Roma e poi la Gran Bretagna sarebbe uscita dall’Europa. La prima parte della profezia si è realizzata. Il movimento 5 stelle può dare ora un’idea della sua capacità di governo in grandi centri della vita italiana inclusa la capitale. Avesse successo, diventerebbe in tempo per le prossime politiche un modello credibile per il complesso dell’elettorato che è parso stanco del centrodestra, così come appare per lo meno deluso dalla rottamazione renziana. Renzi, da parte sua, dovrebbe preoccuparsi per lo meno di migliorare i risultati dell’azione di governo, perché, dispiace, quelli ottenuti e quelli promessi, non sembrano venir giudicati sufficienti. Temiamo sia inutile dire al premier che i limiti del partito a vocazione maggioritaria sono dettati dal restar solo di fronte all’elettorato ed all’opinione pubblica. Si sta compiendo la china della politica italiana imboccata nel 1992 e che dopo vent’anni sta portando i suoi effetti estremi, quali quello di un movimento indistinto e per certi versi indefinibile, che punta al potere assoluto e lo ha detto. Grillo non vuole interlocutori, vuole una capitolazione generale di tutte le forze politiche. Renzi, o cambia direzione di marcia in tutta fretta, modificando l’Italicum e richiamando a raccolta tutte le forze squisitamente europeiste, o avrà agevolato questa scalata irresistibile del movimento 5 stelle con una legge elettorale a doppio turno che premia sconsideratamente in eletti il primo partito votato dall’elettorato. Da oggi quello di Grillo, non più il Pd.

Roma, 20 giugno 2016